Statement

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In un contesto urbano, con i problemi sociali che esso inevitabilmente comporta, l’individuo può fare la scelta sia di partecipare che di rimanere indifferente, ma questa scelta la deve fare continuamente ogni giorno, poiché questi problemi permangono, fanno parte della società e, in un certo modo, hanno creato la città. L’arte, l’architettura e l’urbanistica sono fattori importantissimi e sono informati da questa realtà urbana. Come artista, sono completamente assorbito da questa dinamica negativo/positivo dello spazio della socialità, con i suoi vuoti e pieni. Il problema rimane sempre lo stesso: partecipare o non partecipare.

Oggi, in questo periodo di grande riproduzione di massa dell’immagine, di produzione di massa in generale, è forse giunto il momento di considerare quanto velocemente le cose svaniscono; è tempo di diventare più sensibili alla possibilità di creare un’arte per il nostro habitat.

Di conseguenza, le mie opere dal 1963 in poi hanno dialogato e interagito con l’ambiente, sia giocando sul contrasto che in piena simbiosi con esso.

Voglio creare situazioni che incantino l’occhio, nei parchi, per le strade, nelle piazze e negli angoli della città. Voglio che l’osservatore occasionale si senta piacevolmente sorpreso dall’incontro con un’opera che fa parte del paesaggio urbano. Questo scambio tra scultura e “passerby” può dare una dimensione umana alla città contemporanea.

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